
per comprendere le tue emozioni e quelle altrui e imparare a gestirle in maniera proattiva,
diventando una persona più completa e consapevole.
presso Spazio NARR in piazza Montanari 145 a Torino.
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Non puoi risolvere un problema con gli stessi strumenti che hai usato per crearlo.(Albert Einstein)

O magari sei semplicemente stufo del solito tran-tran e vuoi ritrovare la gioia di vivere ?
Insomma, stai pensando che sia il momento di dare una svolta alla tua vita, ma non sai ancora quale direzione prendere ?
che puoi imparare a gestire !

Con un percorso di crescita personale che punta allo sviluppo della nostra consapevolezza emotiva, utilizzando metodi attivi e tecniche corporee. Allora, tanto per incominciare farci un’idea, vediamo qualche breve accenno sui concetti di salute e di malattia, cos’è un’emozione e cosa s’intende per conflitto.

L’insieme è ben superiore alla mera somma delle parti.(Aristotele)
- La sfera fisica è quella riguardante il corpo
- La sfera emotiva riguarda invece il rapporto con sé stessi, con gli altri esseri umani e con la natura
- La condizione psichica o mentale è influenzata direttamente dalle emozioni positive o negative, che a loro volta hanno un’influenza diretta sulla sfera fisica
Questi aspetti vanno sempre considerati nella loro globalità, tenendo conto di come si influenzano l’uno con l’altro, con uno sguardo d’insieme conosciuto come approccio OLISTICO (o sistemico).
Riduzionismo vs. Olismo (clicca)
Se la salute è una condizione di equilibrio, allora la malattia è la conseguenza di un disequilibrio prolungato nel tempo. I sintomi sono i segnali di questo disequilibrio, dunque non devono essere ignorati o soppressi, ma vanno ascoltati e interpretati. La malattia cerca di costringerci a spezzare gli schemi in cui abbiamo rinchiuso il nostro inconscio. Il nostro corpo ci segnala che vuole liberarsi dalle catene in cui lo abbiamo costretto ! Dunque il disagio non dovrebbe essere combattuto e soppresso, ma compreso ed essere accolto come una grande occasione per rifocalizzarci su noi stessi.
«La malattia non è né una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci.»
(Edward Bach, medico, 1886-1936)

Sono i pensieri a determinare la nostra vita.(Marco Aurelio)
I Sintomi (clicca)
È uno stato psichico momentaneo che consiste nella reazione opposta dall’organismo a percezioni o stimoli che ne turbano l’equilibrio. In termini evolutivi, o darwiniani, la loro principale funzione consiste nel rendere più efficace la reazione dell’individuo a situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza, reazione che non utilizzi cioè processi cognitivi ed elaborazione cosciente.
Dal punto di vista della neurofisiologia, le emozioni sono elaborate dal sistema limbico, il nucleo più antico del cervello, dove si attestano i principali centri nervosi sensoriali (gusto, odorato, vista, tatto, udito). Per questo motivo le emozioni sono così strettamente correlate ai nostri sensi. Pensiamo alle sensazioni suscitate da un profumo, da un cibo, da una carezza, da una musica o una voce.

Struttura dell’encefalo
Nel sistema limbico esiste un distretto cerebrale denominato Amigdala che è deputato alla classificazione istintiva degli stimoli. E’ l’amigdala che decide se lo stimolo esterno costituisce una minaccia per la nostra incolumità, quella della prole o del nostro territorio, attivando l’emozione che dà luogo alla cascata ormonale che può predisporci alla fuga o all’attacco. Il sistema limbico, che governa anche gli istinti sessuali e la vita di relazione, è presente anche negli altri mammiferi, è quindi legittimo ipotizzare che anche gli animali abbiano una propria sfera emotiva. L’amigdala vaglia le situazioni d’allarme per similitudine e non è molto raffinata nel distinguerle, pertanto, nel corso dei millenni, si è resa necessaria l’evoluzione di un altro distretto cerebrale, di formazione più recente, la corteccia prefrontale, essa ci rende capaci di modulare le nostre reazioni emotive, evitando di agire in maniera istintiva ed eccessiva quando la situazione non lo necessita. Infatti, quando questo sistema di controllo non interviene, o interviene in ritardo, cadiamo preda delle nostre emozioni, possiamo avere delle risposte emotive esagerate, o inadeguate al contesto, cioè possiamo essere soggetti a veri e propri sequestri emotivi. Chi è soggetto a questi episodi, spesso si sente poi in colpa per come ha agito, e sviluppa conflitti interni che non contribuiscono di certo a migliorare la qualità della sua vita e la sua salute.
La ricercatrice canadese Candace Pert recentemente scomparsa (Molecole di Emozioni), scoprì che i neuroni interessati dallo stimolo emotivo emettono dei neurotrasmettitori (molecole chimiche), che ha denominato neuropeptidi; questi regolano il funzionamento delle ghiandole sistema endocrino che, grazie agli ormoni secreti, vanno a governare il funzionamento di organi e sistemi circolatorio, nervoso e immunitario. La Pert ha dunque dato fondamento scientifico alle moderne teorie della Psicosomatica e alle ben più antiche medicine orientali, che da secoli sostengono l’influenza delle emozioni sul nostro stato di salute. La recentissima disciplina scientifica che studia le reciproche influenze fra psiche, sistema ormonale, immunitario e nervoso è stata denominata Psico Neuro Endocrino Immunologia (PNEI).
L’emozione è qualcosa che altera il nostro stato abituale…è un’onda che ci attraversa, che ci scuote dalla nostra condizione. È ciò che ci rende vivi, che ci fa intraprendere strade, che ci permette di stupirci e scoprire ogni cosa. Insomma l’emozione ci fa vivere senza dar niente per scontato. Le emozioni sono il linguaggio dell’anima. A volte le emozioni avvolgono tutto il nostro essere e impediscono quella lucidità necessaria per valutare le cose. Ci fanno sprofondare in un mondo nel quale non riusciamo più a vedere o sentire le cose per quello che sono, ma solo per quello che noi pensiamo che siano, ci ributtano nel passato, con i suoi dolori e le sue difficoltà, senza permetterci di capire che ogni esperienza è diversa dall’altra.
L’agire intelligente risulta dall’armoniosa mescolanza di emozione e ragione.
(Adam Smith)
Invece, quando l’armonia manca, si instaura il conflitto. I conflitti tra l’Io e il Sé, sono causa di squilibri, da cui a lungo andare, possono derivare le malattie.
Infatti, saper comprendere il linguaggio di entrambe ci permette una maggiore libertà nella nostra vita. L’abilità di modulare emozioni e ragione in ogni circostanza è l’intelligenza emotiva.




Un pensiero è innocuo finché non ci crediamo. Non sono i nostri pensieri, ma l’attaccamento ai nostri pensieri che causa sofferenza. Attaccarsi a un pensiero significa credere che sia vero, senza indagarlo. Una credenza è un pensiero al quale siamo attaccati, spesso da anni.(Byron Katie, Amare ciò che è)
Non possiamo essere veramente neutrali, non possiamo non avere idee sulla vita, sugli altri, su noi stessi. Ogni nostro pensiero, ogni nostra parola, ogni nostra azione, parte da questa griglia di credenze che abbiamo sul mondo. Pensiamo, agiamo, amiamo secondo questa griglia di pensiero profondo, diversa in ognuno di noi, che dà luogo ad ogni nostra manifestazione. Non sono le circostanze esterne a determinare la qualità della nostra vita, ma l’interpretazione che attribuiamo ad esse. Se è vero che le circostanze contribuiscono a creare le convinzioni, è anche vero che le convinzioni contribuiscono a creare le circostanze: i nostri modelli di pensiero influenzano fortemente le nostre esperienze.
Quando un contenuto psichico (immagine, pulsione, desiderio) è inammissibile per la coscienza perché contrario alla morale personale (credenze), l’emozione ad essa associato è rimossa dalla coscienza e convertita in un disturbo senso-motorio che simboleggia ed esprime a livello corporeo il contenuto inaccettabile, risolvendo così in parte il conflitto psichico originario (Freud definiva questo concetto come “il misterioso salto dalla mente al corpo”). La rimozione inconscia dell’emozione, che ha sempre una finalità protettiva, ha lo scopo di obnubilare la coscienza, sottraendola da una situazione emotivamente troppo intensa. Freud descrisse chiaramente come “psichicamente condizionati” sintomi fisici quali palpitazioni, sudore, tremore, diarrea, nausea, alterazioni respiratorie, mal di testa, risultato dell’attivazione del sistema nervoso autonomo.

I più grandi conflitti non sono tra due persone ma tra una persona e se stessa.(Troyal Garth Brooks)
L’intelligenza emotiva è l’abilità di modulare emozioni e ragione in ogni circostanza. Non è una capacità innata, ma un traguardo evolutivo. L’intelligenza emotiva è il risultato di un percorso di crescita personale durante il quale dapprincipio si acquisisce consapevolezza delle proprie emozioni, poi se ne comprende l’origine e la funzione biologica e inconscia, poi si osservano i diversi tipi di intelligenza e, imparando ad apprezzarli, si acquisisce rispetto e comprensione per le persone che hanno sviluppato sistemi di credenze e barriere diverse dalle nostre. Il percorso che ti proponiamo non consiste però soltanto nello sviluppo di maggiore consapevolezza e compassione emotiva, ma anche nell’acquisizione di nuove abilità pratiche che permetteranno di gestire le situazioni più intense con maggiore controllo.
Il traguardo porta con se uno stato di maggiore benessere generale, una maggiore efficacia personale e relazionale, una sensazione maggiore soddisfazione nella Vita. Una tappa fondamentale consiste nell’apprendimento del concetto di intelligenza del cuore e delle tecniche di coerenza cardiaca.


per attivare un processo di trasformazione che migliorerà la tua vita !
Per evitarle, e ritrovare il vostro benessere, vi proponiamo un corso esperienziale in 5 giornate dove impareremo a conoscere a fondo le emozioni fondamentali, ad accettarle, a regolarle e elaborarle, sperimentando con molti esercizi pratici, lavorando sul corpo e sull’anima. Impareremo inoltre a riconoscere le nostre convinzioni limitanti e a capire come siano origine di conflitti, quindi le sostituiremo con nuove credenze potenzianti. Apprenderemo le relazioni fra emozioni e flussi energetici del nostro corpo, lavorando con i metodi attivi e le tecniche corporee fondate sul movimento (giochi di gruppo, Bioenergetica e Playback Theatre) che ci aiuteranno nel processo di trasformazione.
Grazie a questo bagaglio di conoscenze e di strumenti, alla fine del per-corso, sapremo rispondere con maggiore equilibrio alle emozioni altrui, e a regolare le nostre in maniera più appropriata, a seconda delle situazioni dove la vita ci conduce.

Il Playback Theatre crea uno spazio rituale nel quale ogni storia, sia essa ordinaria, straordinaria, nascosta o difficile possa essere narrata ed immediatamente trasformata in teatro. Uno spazio dove l’unicità di ogni persona è affermata e onorata mentre si costruiscono e si intensificano le connessioni tra le persone rafforzando lo spirito comunitario.

Si realizza in svariati setting, sia per la sua funzione di connettere le persone in ambito di comunità allargate (teatri, convegni, meeting), sia per il suo utilizzo in ambito educativo, psicologico e formativo (in azienda, operatori in campo psico-sociale, sanitario, ecc.)
Nel Playback Theatre confluiscono influenze diverse che affondano le loro radici nel teatro greco, nella trasmissione orale dei miti e delle leggende, nella tradizione dei cantastorie e da un’elaborazione del pensiero di J. L. Moreno, ideatore dello psicodramma, del sociodramma e della sociometria.

In condizioni di stress la nostra capacità di provare piacere diminuisce, i ritmi e le tensioni che sopportiamo tutti i giorni hanno un impatto negativo sul benessere e sulla qualità della vita. Le tensioni muscolari croniche, abbassando la nostra energia, limitano la motilità e l’autoespressione, riducono la vitalità dell’organismo e la capacità di affrontare il mondo nel pieno delle proprie potenzialità.

Gli esercizi di bioenergetica permettono, attraverso un lavoro corporeo fondato sulla respirazione, sul movimento e l’auto espressione di allentare e sciogliere le tensioni, rendere più profonda la respirazione, favorire il contatto con le proprie emozioni e con l’altro, migliorare la scioltezza e l’armonia dei movimenti, favorire l’autoregolazione, riconoscere le proprie potenzialità.
Attraverso movimenti appropriati di carica e di scarica dell’energia e l’uso della voce, si avrà una migliore consapevolezza di sé stessi, sciogliendo le tensioni si potrà ripristinare quella flessibilità che permette di sperimentare l’apertura e la chiusura in noi e con l’altro. Le classi di esercizi bioenergetici si svolgano senza scarpe, possibilmente a piedi nudi, per risvegliare la pianta del piede e ampliare la gamma di informazioni sensoriali che il terreno fornisce al piede e da qui al sistema nervoso centrale, in un processo di “radicamento” nelle gambe e nel corpo. Dal senso di radicamento scaturisce la sicurezza in se stessi: ciò consente di vivere in sintonia con il mondo, riconoscendo ed esprimendo consapevolmente e spontaneamente i propri bisogni.


In via di definizione
- Maurizio Garutti, via mail a mg@mauriziogarutti.org, o telefonare al 3200878971 (dopo le 18)
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